Trapianto cross over tra Italia e Portogallo
Trapianto di rene da donatore vivente
Il trapianto di reni da donatore vivente può avvenire tra persone consanguinee (fratelli e sorelle) oppure tra persone affettivamente correlate o anche, in favore di una persona sconosciuta (donazione samaritana).
Perché questo sia possibile occorre che ci sia compatibilità immunologica.
Ma cosa succede quando un potenziale donatore e il ricevente non sono compatibili?
In questi casi si apre la possibilità del trapianto di rene da donatore vivente in modalità cross over o incrociata.
I donatori e i riceventi che scelgono di optare per la donazione da vivente in modalità cross over sono iscritti in un registro unico nazionale curato dal Centro Nazionale Trapianti che contiene tutte le informazioni cliniche e immunologiche utili all’identificazione del match migliore tra donatore e ricevente ed alla valutazione degli esiti di tali trapianti, nonché del follow-up dei donatori.
La valutazione di fattibilità del trapianto incrociato non riguarda solo aspetti clinici e immunologici ma anche aspetti etici, sociali, psicologici.
Per questo motivo una commissione di parte terza si occupa di valutare sia i donatori e i riceventi. La commissione di parte terza ha esclusivamente il compito di verificare la libera donazione da parte del donatore e la consapevolezza del rischio a cui si espone.
Tale commissione è indipendente dal donatore, dal ricevente e dalle rispettive equipe chirurgiche. La prima valutazione viene effettuata da una parte terza prima a livello regionale e o dell’azienda ospedaliera di riferimento, e successivamente, a livello nazionale (centrale) da una commissione identificata dal Centro Nazionale Trapianti.
La commissione nazionale è composta da diversi specialisti che valutano la documentazione presentata dalla parte terza regionale o aziendale. Il Centro Nazionale Trapianti è garante che il trapianto di rene da donatore vivente in modalità incrociata venga effettuato nel rispetto delle norme vigenti e nel controllo dei risultati attesi.
Grazie a questa procedura è possibile ampliare le possibilità di trovare un donatore compatibile, anche a livello internazionale come testimonia la notizia di oggi che riguarda un trapianto incrociato tra una coppia italiana e una portoghese.
Il primo trapianto cross over tra Italia e Portogallo
La donazione incrociata ha permesso il trapianto di una donna di 45 anni, effettuato presso il Centro trapianti di rene del nosocomio vicentino diretto dalla dottoressa Fiorella Gastaldon. La paziente aveva la disponibilità di un donatore familiare, un uomo di 53 anni, con il quale purtroppo non c’era compatibilità dal punto di vista immunologico.
La coppia vicentina è stata iscritta al KEP-SAT (Kidney Exchange Program – South Transplant Alliance), il programma di trapianti cross-over internazionali che unisce Italia, Spagna e Portogallo, e l’algoritmo di matching ha individuato a Porto una coppia con la quale c’era compatibilità reciproca. Grazie a un complesso lavoro di pianificazione degli interventi e della logistica, curato dal Centro nazionale trapianti, dal Centro regionale trapianti del Veneto e dalle istituzioni portoghesi, il rene del donatore italiano è stato prelevato a Vicenza e trapiantato a Porto in un uomo di 41 anni mentre alla paziente italiana è stato trapiantato il rene donato da una donna di 36 anni.
Logistica e cooperazione internazionale
Il prelievo degli organi è stato effettuato nei due centri simultaneamente, nella mattinata del 20 luglio. Il rene portoghese è arrivato alle 14.10 all’aeroporto di Treviso a bordo di un volo dell’Aeronautica militare lusitana: i militari hanno consegnato l’organo al coordinatore regionale trapianti del Veneto, il dottor Giuseppe Feltrin, ricevendo in cambio il rene italiano. Il 118 di Vicenza ha immediatamente trasportato l’organo al San Bortolo dove è subito iniziato il trapianto. Entrambi gli interventi sono riusciti e tutti i riceventi e i donatori sono tornati a casa in ottime condizioni.
“Con l’intervento di Vicenza sono già 82 i trapianti di rene effettuati in Italia negli ultimi anni grazie agli scambi ‘cross-over’ tra coppie incompatibili, sia grazie a scambi nazionali che internazionali”, spiega il direttore del Centro nazionale trapianti, Massimo Cardillo. “Nei primi sette mesi del 2023 abbiamo già eguagliato il numero di trapianti del 2022, ben 9, e le catene hanno coinvolto 7 ospedali: Pisa, Novara, Parma, Roma Gemelli, Roma Tor Vergata e Padova, oltre a Vicenza. Sono numeri che dimostrano il successo di un programma che consente di dare una speranza a pazienti di difficilissima trapiantabilità, grazie a un importante lavoro di coordinamento e di integrazione tra diversi centri che consente di raggiungere risultati comuni a beneficio di chi è ancora in lista d’attesa”.
Fonte: Centro Nazionale Trapianti